Ho avuto la gioia di accogliere il mio secondo figlio, venuto al mondo poco prima di Natale, verso la fine di una pandemia che ha davvero cambiato il modo in cui lavoriamo e bilanciamo le nostre vite. Questo evento mi ha davvero costretto a fermarmi a riflettere. A mio avviso, esso rappresenta un’opportunità di ripartire da zero dal punto di vista della sostenibilità, sia per quanto riguarda le nostre vite che il mondo in cui viviamo.
Mi sono ritrovato a pensare: “Come sarà il mondo tra 20 anni?”, sia per il mio primo figlio di 19 mesi che per il nuovo arrivato di appena 9 giorni, quando cresceranno e dovranno pensare al loro futuro fuori casa. Nel mio piccolo, e nonostante possieda un’auto di grossa cilindrata che uso raramente, ho sempre prestato attenzione all’ambiente, semplicemente avendo cura di differenziare correttamente i rifiuti e persino rimuovendo il nastro adesivo dagli scatoloni. Ma si può sempre fare di più, sia come individui che come aziende.
Di recente, BAI ha aderito al Global Compact delle Nazioni Unite e, nel mio ruolo, sono molto orgoglioso di sostenere la nostra campagna per fare di più. So che richiederà tempo e che dobbiamo tutti assicurarci di migliorare continuamente le nostre conoscenze sul tema della sostenibilità in modo da stabilire come attuare un impatto positivo e duraturo. Desidero raccontare qualcosa del percorso che abbiamo intrapreso.
Nel 2019, BAI ha lanciato una serie di misure a livello di gruppo in materia di sicurezza, benessere e sostenibilità. Anche se allora questa serie di misure si riferiva solo alla sostenibilità, erano inclusi anche sicurezza e benessere perché volevamo essere sicuri di non dimenticare queste tematiche e di affrontarle al momento giusto e nel modo giusto.
Benché ognuna delle nostre aziende operative si concentrasse sulla sostenibilità, non esisteva un coordinamento chiaro delle attività a livello di gruppo, né queste erano state formalmente inserite in un quadro generale che indicasse i principali obiettivi chiave concordati e le metriche di rendicontazione. Ad esempio, sebbene la nostra azienda australiana abbia ridotto le emissioni in modo significativo (ad oggi, circa il 55% di emissioni in meno) con l’adozione di progetti chiave, questo risultato non è stato sufficientemente compreso o celebrato ovunque.
Quando BAI ha formalizzato la serie di misure per la sostenibilità, abbiamo chiesto indicazioni al Global Compact delle Nazioni Unite. Lo scorso anno, alla COP26 tenutasi a Glasgow, abbiamo visto che non tutti i paesi sono uguali e che ognuno di essi persegue una strategia propria per raggiungere un obiettivo globale. Lo stesso vale per le aziende: non tutte possono avere lo stesso obiettivo o la stessa strategia, poiché essi dipendono dalle dimensioni dell’organizzazione, dal settore e dal luogo in cui opera. Tutti questi fattori contribuiscono a determinare dove si può ottenere un impatto migliore, ed è per questo che il Global Compact delle Nazioni Uniti fornisce un elenco di 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (o SDG) che indichi ai governi, alle imprese, alla società civile e ai cittadini in genere come collaborare per costruire un futuro migliore per tutti.
Tramite un processo dettagliato, BAI si è impegnata a concentrarsi sui seguenti cinque obiettivi per lo sviluppo sostenibile:
Vorrei condividere il mio punto di vista e quanto ho imparato finora su ciò che possono fare le aziende per raggiungere questa posizione. I miei consigli principali sono:
- Ottenere il sostegno e l’adesione della dirigenza
- Intraprendere una valutazione di materialità
- Fissare obiettivi e metriche di rendicontazione difficili ma realistici
- Investire nella conoscenza
- E ovviamente, applicare il cosiddetto principio KISS (“Keep It Simple, Stupid”), o comunque non complicare eccessivamente le cose.
Approfondendo i singoli consigli:
1. Ottenere il sostegno della dirigenza
- Completare una valutazione del rischio. Stabilire che impatto avrebbe il mancato investimento nella sostenibilità rispetto a un eventuale investimento.
- Coinvolgere parti interessate provenienti da diversi livelli, reparti e/o paesi che hanno un interesse diretto nella sostenibilità.
- Ricercare e mettere in evidenza cosa stanno facendo concorrenti e clienti.
- Trovare un dirigente che sia disposto a sponsorizzare l’iniziativa in materia di sostenibilità.
- Inserire l’argomento nell’ODG della riunione del gruppo dirigente.
- Infine, per fare la differenza è necessario un budget, perciò sotto questo aspetto occorrerà il sostegno della dirigenza, e in particolare del Direttore finanziario (CFO).
2. Intraprendere una valutazione di materialità
- Una valutazione di materialità è il processo di identificazione, perfezionamento e valutazione di numerosi potenziali fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) (sia positivi che negativi) che potrebbero influire sull’azienda e/o sulle parti interessate. Tali fattori vengono poi condensati in una selezione di argomenti per informare la gestione, la proposta e la comunicazione di valore dell’azienda.
- Questo aiuterà l’organizzazione a rimanere fedele a ciò che è importante per il modello di business, nonostante il “rumore di fondo” e l’incertezza.
- La valutazione può essere aggiornata su base annua per assicurarsi che tutti gli argomenti siano coperti e che vengano acquisite eventuali modifiche materiali (per es. attività di fusione e acquisizione).
3. Fissare obiettivi e metriche di rendicontazione difficili ma realistici
- L’adesione al Global Compact delle Nazioni Unite comporta degli obblighi.
- Per esempio, occorre preparare una relazione pubblica annuale che metta in evidenza le azioni intraprese dall’organizzazione per aggiungere valore e contribuire al raggiungimento degli SDG per cui si è impegnata.
- Per fissare questi obiettivi, è necessario interagire con i principali stakeholder responsabili di tali aree, e in ultima analisi ottenere l’approvazione del dirigente responsabile.
- Le aziende devono misurare e riferire le metriche ESG in linea con la propria strategia di sostenibilità (ovvero la valutazione della materialità). Questa strategia deve essere sostenuta dal coinvolgimento delle parti interessate.
- La creazione di rapporti dettagliati contenenti le metriche ESG appropriate dimostrerà un elevato livello di trasparenza e una solida governance interna.
- L’attuazione di questi processi è importante anche in ambito finanziario, in quanto può influire sull’ottenimento di investimenti sui mercati dei capitali.
- Le aziende che mettono in atto tali processi, infatti, attraggono un maggior numero di investimenti, per la gioia del direttore finanziario.
- La misurazione e la rendicontazione delle metriche ESG non è necessariamente un processo semplice e richiede pianificazione e definizione delle priorità per garantire che quanto riportato sia accurato e pertinente.
- BAI deve ancora inviare il suo primo rapporto annuale al Global Compact delle Nazioni Unite, la cui consegna è prevista corso dell’anno, ma sappiamo che deve essere avviato in anticipo e ben ponderato. Magari di questa esperienza ne parlerò in un prossimo articolo!
4. Investire nella conoscenza
- Ho aiutato la responsabile del gruppo in materia di sicurezza, benessere e sostenibilità a portare a termine un corso sulla gestione della sostenibilità aziendale tenuto dall’Università di Cambridge, che l’ha aiutata a prepararsi al meglio per condurre questo processo.
- Ora BAI ha investito anche in un corso più breve sui fondamentali della sostenibilità aziendale con la stessa università, riservato ad alcuni dei nostri rappresentanti della sostenibilità in tutto il gruppo.
- Investire nelle persone e nel loro sviluppo è fondamentale per ottenere un risultato positivo tanto per le singole persone quanto per l’organizzazione nel suo complesso. Suggerirei di contattare un rappresentante del Global Compact delle Nazioni Unite in grado di fornire assistenza e informazioni preziose per seguire il processo. In base alla nostra esperienza, sono stati molto disponibili e di grande aiuto.
5. Privilegiare la semplicità
- Meglio non fare tutto in una volta, ma concentrarsi su pochi SDG fondamentali per affrontarli e intraprenderli con convinzione. Questo è stato il consiglio di gran lunga più frequente che abbiamo ricevuto quando ci siamo imbarcati in questo percorso, e finora ci è stato davvero utile.\
- Poi, è imperativo porre l’accento su alcuni temi chiave (in base alla valutazione della materialità) nell’ambito di ciascun SDG e analizzarli correttamente, anziché cercare di affrontare venti argomenti ESG diversi ma senza entusiasmo. Quando si cerca il l’appoggio della dirigenza, è bene fare in modo che le presentazioni siano basate sui fatti, pertinenti, ben formattate e coinvolgenti. Una presentazione caotica è destinata a confondere chi la legge, e potrebbe anche generare ostacoli inutili se il contenuto non è chiaro in merito ai risultati attesi.
- Bisogna inoltre effettuare un sondaggio presso il gruppo dirigente per vedere a quali SDG ritiene che debba allinearsi l’organizzazione. In BAI abbiamo fatto così, e il risultato è stato un aumento della consapevolezza e del coinvolgimento sugli SDG, senza contare che è una cosa piuttosto semplice da fare.
- Evitare assolutamente il cosiddetto “greenwashing” (o ambientalismo di facciata), vale a dire quella pratica che consiste nel dare l’impressione o fornire informazioni fuorvianti sui prodotti/servizi di una certa azienda in modo che sembrino più ecologici di quanto non siano in realtà.
I consigli di cui sopra non sono esaustivi, e sono sicuro che altre persone con molta più esperienza in questo processo saranno in grado di fornire altre preziose informazioni su cosa aspettarsi un certo numero di anni dopo aver avviato questo processo. Per parte mia, vorrei senz’altro leggere di più su questo argomento da altri autori, e spero che chiunque stia prendendo in considerazione questo percorso trovi utile e interessante la mia esperienza.
In definitiva, la mia speranza personale è che il mondo reagisca al cambiamento climatico e unisca le forze per fare la differenza in materia di sostenibilità, in modo che le future generazioni possano continuare a vivere su questo pianeta e non siano costrette a trovare un altro pianeta come Marte su cui abitare. È nostra responsabilità iniziare subito ad agire, senza limitarsi a rimandare all’infinito, lasciando l’incombenza ad altri. Lavorando insieme e prendendo degli impegni chiari, possiamo fare la differenza.