Change to another of our global sites.

OR

CONTINUE TO CURRENT WEBSITE
You're viewing our Global site. Change to United States Site Choose another region
Smart communities - Mike Stephens - Bridging the digital divide - Blog 2 - feature image

Blog

Nelle smart community viene prima la piattaforma o le app?

di Michael Stephens

15 September 2021

Le amministrazioni cittadine di tutto il mondo dichiarano la loro intenzione di diventare smart community.

Inizialmente, questa intenzione viene messa in atto per lo più avendo in mente un’unica applicazione o servizio, per esempio veicoli a guida autonoma, illuminazione intelligente, sensori Internet of Things (IoT) o trasporto connesso. Sebbene un’applicazione possa fungere da catalizzatore per la modernizzazione dei servizi, colmare il divario digitale richiede un’ampia gamma di applicazioni, possibili solo se sviluppate su una piattaforma infrastrutturale solida e predisposta per il futuro.

La presenza di una piattaforma infrastrutturale di rete flessibile e predisposta per il futuro, in grado di supportare un’ampia varietà di applicazioni, è importante anche perché la visione di smart community è ancora in evoluzione. Molte soluzioni esistono già, ma molte altre non sono ancora state immaginate. La disponibilità di una piattaforma sottostante versatile può fornire alle amministrazioni comunali le capacità di cui hanno bisogno per sviluppare, implementare e perfezionare nel tempo soluzioni per le smart community.

Tra le funzionalità richieste, la banda larga universale è forse la più critica: essenziale per tutto, dallo streaming video alle implementazioni IoT, dal lavoro a distanza all’istruzione, fino a molti altri servizi. La necessità di connessione a banda larga interessa in ugual misura gli ambienti urbani e quelli rurali. La quantità di dati utilizzati dalle aziende agricole, ad esempio, potrebbe aumentare più di dieci volte nel prossimo decennio. Le smart community rurali avranno bisogno dell’infrastruttura per consentire agli agricoltori di monitorare lo stato dei campi e gestire le colture a distanza, utilizzare i droni per spargere i pesticidi, condurre i trattori a guida autonoma per la raccolta e altro ancora.

Pensa alla tua comunità come a un computer

Chiunque desideri utilizzare un programma come un elaboratore di testi o un’app di social media deve prima avere un dispositivo su cui eseguirlo; qualcosa che disponga dell’hardware e del sistema operativo adatti. Per le smart community vale lo stesso principio: è necessaria una piattaforma di base in grado di supportare qualsiasi numero di applicazioni. Ovviamente, dato che è meglio non dover sostituire l’infrastruttura troppo presto, la piattaforma deve anche essere predisposta per il futuro e tenere conto delle nuove tecnologie e di quelle in arrivo (come il 6G) che alimenteranno la prossima generazione di servizi digitali.

Con una solida piattaforma, le potenziali applicazioni sono praticamente illimitate. A Tainan City, Taiwan, gli abitanti utilizzano un documento d’identità digitale per qualsiasi cosa, dal controllo della pressione sanguigna al noleggio di biciclette. I dati raccolti in questo modo possono essere analizzati e incrociati con una serie di dati sull’ambiente e sulla salute raccolti da dispositivi connessi all’IoT, consentendo alla città di tracciare correlazioni su argomenti quali la frequenza con cui si fa esercizio fisico nelle aree con alti livelli di inquinamento, e quindi fornire indicazioni alle amministrazioni pubbliche per migliorare la qualità di vita dei cittadini.

Tainan City è un buon esempio di come l’infrastruttura per le smart community prepari il terreno per colmare il divario digitale, parificando le opportunità per i cittadini di accedere ai servizi e fornendo al contempo alle città maggiori informazioni per migliorare tali servizi (e la loro erogazione) attraverso l’analisi dei dati migliorati. La pandemico ha reso evidente quanto sia importante colmare questo divario. Chi poteva condurre parte della propria vita online poteva affrontare i lockdown molto meglio rispetto a chi non poteva farlo.

Come realizzare un’infrastruttura per smart community

Di solito, non sono le città e le comunità rurali a realizzare infrastrutture di telecomunicazione. Da sempre, questo è il compito degli operatori di rete. In futuro, sarà importante che le comunità e gli operatori collaborino per giungere a una visione infrastrutturale condivisa e orientata al futuro: una visione che preveda la massima apertura e flessibilità per far fronte all’evoluzione della situazione. Il modello “neutral host”, che fornisce alle amministrazioni cittadine maggiore controllo e responsabilità sulla creazione e l’utilizzo della loro infrastruttura di rete, sarà fondamentale.

L’altra fattore fondamentale per creare infrastrutture per le smart community è coinvolgere la comunità stessa. In alcuni luoghi, sono i gruppi della comunità, piuttosto che gli operatori di rete, a condurre le implementazioni. Per esempio, i cittadini dei Paesi Bassi si sono attivati per definire le proprie esigenze di connessione che devono riguardare ogni persona. Con il sostegno del fondo per le infrastrutture di un istituto bancario del paese, si stanno realizzando in tutto il territorio nazionale reti basate sulla comunità dirette dal basso, che assicurino la connettività a banda larga (e i relativi vantaggi) al maggior numero di persone possibile.

Detto questo, la distribuzione dell’infrastruttura non dovrebbe essere pensata solo in termini di hardware e di tecnologia. Si tratta anche di stabilire procedure appropriate che facilitino il più possibile alle amministrazioni comunali di attrarre i partner e gli investimenti che consentiranno loro di implementare qualsiasi tecnologia eventualmente necessaria per migliorare la vita dei cittadini. Occorre prendere in considerazione domande quali “È consentito ospitare reti Small

Cell nel patrimonio immobiliare del comune?” e fornire una risposta perché possa davvero verificarsi un cambiamento. Ecco perché il prossimo articolo del nostro blog esaminerà più da vicino politiche e processi, discutendo anche di come i comuni possono costruire relazioni più solide con gli operatori di rete e i fornitori di infrastrutture in modo che li assistano nella trasformazione a smart community.

Una strategia per le infrastrutture digitali può aiutare le amministrazioni comunali ad affrontare questi e altri fattori con lungimiranza. Benché non esista un approccio unico alla creazione di smart community che sia valido per tutti, è importante porre in anticipo le domande giuste.

Michael Stephens - Vice President, Business Development at BAI Communications

Michael Stephens

Vice President, Business Development, BAI Communications

Altre notizie e comunicati stampa